Il 1° dicembre si è svolto a Torino il consueto workshop annuale dedicato ai risultati del programma di screening della Regione Piemonte per il tumore della mammella, occasione di incontro e di aggiornamento periodico tra gli operatori durante la quale vengono presentati i risultati relativi all'ultimo anno di attività.

Da quasi 25 anni alle donne piemontesi (tra le prime in Italia) viene offerto lo screening per la lotta contro il tumore della mammella. Il programma Prevenzione Serena, attivo a Torino dal 1992 e in tutta la regione dal 1996, invita tutte le donne residenti e/o domiciliate, di età compresa tra i 50 e i 69 anni, a eseguire una mammografia ogni due anni. Dal 2006 la popolazione bersaglio è stata estesa, con accesso tramite adesione spontanea, alle donne nelle fasce di età 45-49 anni (con una mammografia ogni anno fino ai 50 anni) e 70-75 anni (una mammografia con cadenza biennale).

Prevenzione Serena mira a offrire alla popolazione femminile piemontese, indipendentemente dallo status socioeconomico, prestazioni efficaci, appropriate e sottoposte a controlli di qualità e processi di miglioramento continuo, nonché derivanti da un rigoroso confronto tra benefici e possibili rischi/effetti collaterali.

Questi ultimi, infatti, e in modo particolare la sovradiagnosi, sono al centro di un ampio dibattito nella comunità scientifica. A questo proposito, è di fondamentale importanza un'adeguata comunicazione alle donne per consentire loro una decisione informata e consapevole.

Il programma, infatti, partecipa a un progetto, in collaborazione con l'Istituto Mario Negri di Milano, che ha l'obiettivo di creare uno strumento di informazione/decision-aid (piattaforma web multilivello e interattiva) per le donne che vengono invitate a partecipare allo screening mammografico, utile in particolare al processo decisionale che una donna deve mettere in atto prima di decidere se accettare o meno l'invito allo screening mammografico.

Negli ultimi anni, inoltre, è cresciuta l'attenzione verso specifici interventi volti al miglioramento degli stili di vita come, per esempio, il progetto FUCSAM, che ha l'obiettivo di stimare l'impatto di un intervento mirante a modificare lo stile di vita dei pazienti in follow-up dopo trattamento di tumori della mammella e del colon-retto, seguiti presso i diversi Gruppi Interdisciplinari Cure (GIC) della Rete Oncologica del Piemonte e della Valle d'Aosta. Le visite di follow-up programmate a intervalli prefissati possono rappresentare momenti in cui offrire indicazioni relative ai cambiamenti dello stile di vita (promozione dell'attività fisica, miglioramento delle abitudini alimentari) che possono influire positivamente sulla prognosi.

Infine, il programma Prevenzione Serena è impegnato nel progetto Proteus Donna, che si rivolge alle donne 46-68enni invitate al programma e prevede l'arruolamento di circa 79mila donne afferenti a due centri di screening torinesi. Lo studio intende valutare vantaggi e svantaggi della tomosintesi (mammografia 3D) in aggiunta alla mammografia 2D come test di screening. Valuterà inoltre la differenza tra le due metodiche principalmente sulla base del tasso dei rispettivi cancri intervallo.
 

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