Aggiornate al 2015 le proiezioni e le analisi delle componenti di variazione dell’incidenza dei tumori maligni in Piemonte e nelle Aziende Sanitarie Locali (ASL) dal 1981.

L’andamento è descritto con istogrammi che evidenziano le sue diverse componenti: l’aumento o decremento di rischio, il cambiamento di struttura per età delle popolazioni, oppure la variazione della dimensione assoluta della popolazione [1].

Le stime d’incidenza sono state elaborate per gli ambiti territoriali delle ASL utilizzando il metodo del rapporto Mortalità/Incidenza con la correzione dell’effetto di coorte, per stimare l’incidenza tenendo conto sia dei profili di rischio osservati e presenti nelle misure d’incidenza, sia dell’evoluzione della sopravvivenza, attraverso il suo effetto sulla mortalità [2,3].

In considerazione dell’invecchiamento della popolazione le stime tengono conto dell’effetto dell’età e della coorte di nascita sino alla precisione di classi d’età quinquennali, con estensione fino alla classe d’età 90 anni e oltre.

Nel caso dei tumori dell’utero la mortalità è stata riproporzionata tenendo in conto la quota, spesso rilevante, di casi a sede tumorale dell’utero non specificato; l’attribuzione della causa di decesso specifica è stata effettuata considerando le risultanze della coorte di casi incidenti a Torino.

Le proiezioni al 2015 sono basate sulle ipotesi demografiche di popolazione (ipotesi centrale) elaborate dall’Istituto nazionale di statistica (ISTAT), con la correzione territoriale dovuta per le aree sub-provinciali.

I metodi utilizzati sono i medesimi delle precedenti stime al 2012, con l’aggiornamento conseguente ai nuovi dati di incidenza osservati a Torino fino al 2010 e alla mortalità regionale fino al 2010. Il 1981 è stato scelto come anno di riferimento in quanto anno di censimento.

Il confronto consente quindi di spaziare su un arco temporale di un trentennio e mostra il risultato nel tempo dell’azione di diverse componenti:

  • il rischio vero di ammalare a ogni specifica età;
  • l’invecchiamento della popolazione, cioè la sua crescita nelle età in cui i tumori sono più frequenti;
  • la dimensione totale della popolazione osservata, ovvero le sue variazioni.

Nei grafici le componenti sono rappresentate come barre cumulative, insieme alla numerosità dei tumori risultante e alla sua variazione nel tempo fra il 1981 e il 2015.

Le componenti sono state derivate statisticamente distinguendo, attraverso un modello matematico:

  • le differenze fra i tassi standardizzati (che rappresentano la vera variazione del rischio);
  • le percentuali di abitanti in ogni classe d’età sul totale della popolazione, che invece contribuiscono alle differenze dovute alle variazioni nella struttura della popolazione (nel caso del Piemonte, dovute, in genere, all’invecchiamento);
  • la dimensione della popolazione che contribuisce al numero totale di casi.

La differenza netta fra tali componenti è ricavata dalle differenze fra i tassi grezzi.
Delle tre, la dimensione della popolazione è il fattore più semplice da interpretare nel caso dei nostri dati.

Nel periodo qui considerato, il Piemonte nel suo complesso e la maggior parte delle sue ASL presentano una popolazione con dimensione assoluta sostanzialmente stabile (in lieve crescita): le importanti migrazioni dall’estero hanno riguardato prevalentemente classi di età giovanile, con scarsi effetti dunque sul versante oncologico.

Più rilevanti sono state alcune dinamiche di migrazione interna, in particolare gli spostamenti di popolazione tra la città di Torino e la propria provincia, o l’emigrazione dall’area del Verbano Cusio Ossola verso l’esterno; il ricorrere di queste circostanze è presente in più di un istogramma e non verrà ulteriormente commentato.

Si noti, infine, che l’invecchiamento della popolazione può anche portare a un aumento della dimensione della popolazione a rischio (soggetti più anziani e più numerosi).

Per facilitare l’interpretazione dei dati è disponibile un esempio di lettura degli istogrammi.
 


Dati
 


Bibliografia

[1] Bashir S. Estève J. Analysing the difference due to risk and demographic factors for incidence or mortality. Int J Epidemiol. 2000; 29: 878-84
[2] Ferlay J, Shin HR, Bray F, Forman D, Mathers C and Parkin DM. GLOBOCAN 2008, Cancer Incidence and Mortality Worldwide: IARC CancerBase No. 10. Lyon, France: International Agency for Research on Cancer; 2010.
Disponibile online: http://globocan.iarc.fr
[3] Colonna M, Grosclaude P, Faivre J, Revzani A, Arveux P, Chaplain G, Tretarre B, Launoy G, Lesec'h JM, Raverdy N, Schaffer P, Buémi A, Ménégoz F, Black RJ. Cancer registry data based estimation of regional cancer incidence: application to breast and colorectal cancer in French administrative regions. J Epidemiol Community Health. 1999; 53: 558-64