Banca biologica dei polipi colorettali
Responsabile:
Carlo Senore
Il progetto intende studiare la frequenza di alterazioni molecolari, in particolare quelle genetiche, su lesioni che si collocano in momenti diversi della storia naturale del tumore.
Ulteriori obiettivi del progetto:
- studiare l'associazione tra alterazioni molecolari diverse e loro interazione;
- studiare il valore predittivo di tali alterazioni molecolari rispetto a:
- presenza di lesioni sincrone nello stesso soggetto nel colon prossimale;
- comparsa di lesioni nello stesso soggetto nel corso del follow-up;
Non sono stati stoccati campioni congelati di sangue o mucosa intestinale, per cui sono solo disponibili attualmente i blocchetti fissati in paraffina dei polipi asportati. Nell'ambito dell'attività svolta dalla Banca biologica dei polipi colorettali, risultano attualmente in corso altri due studi:
- follow-up dei pazienti con diagnosi di CRC pT1;
- caratterizzazione di marcatori di progressione degli adenomi.
Il materiale biologico raccolto nel corso degli studi pilota e del programma di screening, sia congelato che fissato, viene stoccato presso il servizio di Anatomia patologica che ha effettuato la diagnosi. È prevista la registrazione in un archivio centralizzato delle seguenti informazioni:
- codice individuo (linkabile ai dati trial e a dati di anamnesi famigliare);
- codice del centro;
- numero referto;
- codice pezzo entro individuo;
- codice lesione entro referto;
- eventuale numero di frammenti (se il polipo è stato frazionato).
I campioni di sangue, ove disponibili, sono codificati secondo il seguente schema:
- codice individuo (linkabile ai dati trial e ai dati di anamnesi famigliare);
- numero provette.
Per ogni campione saranno disponibili le informazioni registrate sulla scheda di refertazione del programma SCORE (tipo, dimensioni, sede, grado di displasia, istologia). Il materiale biologico è accessibile solo sulla base di progetti di ricerca adeguatamente documentati, che indichino anche il tipo e la quantità di materiale che verrà distrutto. I progetti verranno valutati da un comitato formato da patologi, gastroenterologi ed epidemiologi, indicati dai centri partecipanti e da referee esterni.
EPoS II e III
Responsabile:
Carlo Senore
Lo studio EPoS si articola in un trial randomizzato e in uno studio osservazionale.
Nello specifico, lo studio prevede le seguenti attività:
- un trial randomizzato di valutazione dell'incidenza cumulativa di cancro colorettale (CRC) in soggetti inseriti in due diversi protocolli di sorveglianza endoscopica a seguito dell'asportazione di adenomi a rischio intermedio o elevato, secondo le linee guida europee;
- uno studio osservazionale su soggetti inseriti in un programma di sorveglianza endoscopica a seguito del riscontro di polipi serrati.
L'endpoint primario di EPoS II e III è l'incidenza di cancro del colon-retto lungo un periodo di dieci anni.
Sono inoltre valutati i seguenti endpoint secondari:
- costo-efficacia delle diverse strategie;
- incidenza di adenomi e polipi serrati (compresi i sottotipi) durante il follow-up;
- eventi avversi maggiori (perforazioni, emorragie) in colonscopie di sorveglianza;
- confronto della performance diagnostica di colonscopia e test immunochimico fecale (FIT) nella sorveglianza.
Progetto SCORE2
Responsabile:
Carlo Senore
L'obiettivo principale dello studio consiste nella stima della compliance e della copertura raggiungibili attraverso diverse modalità di screening.
Ulteriori obiettivi del progetto SCORE2 sono:
- la valutazione comparativa sia dell'accettabilità delle diverse strategie sia dei determinanti e degli ostacoli all'adesione;
- la valutazione comparativa del tasso di identificazione diagnostica (primo passaggio e follow-up) e confronto dell'impatto delle diverse strategie su incidenza e mortalità per cancro colorettale (CCR).
La stima dei costi delle diverse alternative avviene in base alle seguenti attività:
- misurazione dell'impatto sui pazienti esaminati delle diverse strategie in termini di interventi chirurgici, complicanze dei test endoscopici, impatto psicologico ecc.;
- valutazione del costo marginale per la diagnosi di un caso di cancro addizionale, prevedendo di offrire il test per la ricerca del sangue occulto fecale (periodicità biennale) ai soggetti con reperto sigmoidoscopico negativo.
Lo studio randomizzato su 4 gruppi condotto su un campione della popolazione generale eleggibile per lo screening intende raccogliere i seguenti dati:
- questionari rivolti ai pazienti aderenti all'invito per acquisire informazioni su vari aspetti della procedura di screening (dolore associato all'esecuzione del test, difficoltà a seguire le indicazioni, problemi in fase di preparazione, barriere logistiche, tempo richiesto per le diverse fasi della procedura);
- detection rate (DR) per: polipi, adenomi >= 10mm, lesioni avanzate, adenomi cancerizzati, CCR in stadio A (Dukes) o più avanzato, suddivisi per sede; derivata dai dati raccolti routinariamente nell'archivio dei programmi di screening (il data base dello studio ha coperto i primi due passaggi di screening e successivamente tutti gli assistiti eleggibili sono stati inseriti nei programmi di popolazione);
- incidenza di cancro nel corso del follow-up tramite record linkage con i registri tumori;
- follow-up di mortalità tramite record linkage con i registri regionali di mortalità;
- utilizzo di endoscopie al di fuori del protocollo e monitoraggio delle complicanze maggiori (sanguinamento o perforazione intestinale) tramite record linkage con gli archivi delle prestazioni ambulatoriali e delle Schede di dimissione ospedaliera (SDO).
Quality assurance dei programmi regionali di screening mammografico
Responsabile:
Carlo Senore
Lo studio effettua il monitoraggio e la valutazione corrente di progetti di promozione della qualità nei programmi regionali di screening mammograficoattraverso il supporto allo sviluppo di un sistema di statistiche correnti.
In collaborazione con il Registro Tumori Piemonte (RTP), viene effettuato il linkage del file dei casi incidenti di tumore della mammella con quello relativo alla storia di screening e con i dati su diagnosi e terapia dei casi screen-detected per la valutazione di efficacia del programma di screening e l’identificazione dei casi intervallo.
Vengono svolte, inoltre, le seguenti attività:
- identificazione e valutazione dei casi intervallo tramite le Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO);
- formazione e aggiornamento in ambito di senologia diagnostica per immagini da parte del Centro di Riferimento Regionale (CRR) per la qualità nello screening mammografico;
- analisi a cadenza annuale dei dati correnti di valutazione del programma di Torino in base agli indicatori definiti e deliberati in ambito regionale.
A livello dell’Osservatorio Nazionale Screening (ONS) vengono effettuate con regolarità pubblicazioni multicentriche dei dati. Il gruppo regionale costituito ad hoc, coordinato dal CPO, che opera in collegamento con la Commissione Oncologica Regionale e il progetto di Rete su finanziamento regionale, ha proseguito lo studio di fattibilità sulla realizzazione di una rete di Breast Unit per la diagnosi e il trattamento del carcinoma della mammella in Piemonte.
Prosegue, su base regionale e con periodicità regolare, la valutazione dei casi intervallo.
È in corso l’analisi dell’impatto del programma di Torino sulla mortalità per carcinoma della mammella. È stato inoltre prodotto il report di dati aggregati sullo screening piemontese che documenta inviti, test, richiami e diagnosi istologica delle lesioni mammarie, consentendo il calcolo dei principali indicatori e il confronto interdipartimentale (fonti dei dati CSI e SQTM); tale report viene annualmente distribuito ai coordinatori dei Dipartimenti di screening.