Contesto

Questo progetto nasce dalla collaborazione del CPO Piemonte, il Centro di Psicologia Transculturale dell’Ufficio Pastorale Migranti, la Cooperativa sociale Orso e alcuni membri della comunità albanese residenti a Torino impegnati nel miglioramento delle condizioni di salute dei propri connazionali.

Obiettivi

L’obiettivo del progetto, finanziato dalla Regione Piemonte, è stato quello di individuare i fattori che incoraggiano le donne albanesi ad aderire ai programmi di screening citologico al fine di elaborare una campagna di sensibilizzazione che sia adeguata ai loro bisogni, alle loro aspettative e caratteristiche socio-culturali.

Attività

Attraverso le figure di riferimento delle comunità albanesi presenti sul territorio, è stata creata una rete di contatti con le donne e alcuni mediatori/trici culturali delle comunità stesse, svolgendo un lavoro concreto con riferimenti precisi alla realtà e con l’attiva partecipazione delle beneficiarie.
E’ stata svolta un’indagine qualitativa tramite interviste semi-strutturate (questionario) a donne albanesi delle città di Torino, Alessandria, Novara e Cuneo e 2 focus group che hanno coinvolto gruppi di donne albanesi (aderenti e non aderenti al programma di screening ‘Prevenzione Serena’), operatori sanitari e di screening e mediatori/trici culturali.

Le interviste semi-strutturate

Il questionario (anonimo) mirava ad indagare la conoscenza delle donne albanesi in tema di prevenzione dei tumori, effettuazione dei test di screening (Pap-test e mammografia), conoscenza del programma ‘Prevenzione Serena’ ed adesione, attitudini verso la malattia e la prevenzione. Sono state effettuate 166 interviste nelle città di Alessandria, Cuneo, Novara e Torino. Dalle interviste è emerso che il 38% delle donne non ha mai effettuato un Pap-test e i motivi riguardano la mancanza di informazione, di tempo e di una cultura della prevenzione. Il 58% delle intervistate conosce il programma gratuito di screening ‘Prevenzione Serena’ ma il 22% delle donne che riceve la lettera di invito non aderisce al programma di prevenzione del tumore del collo dell’utero. Un motivo di non adesione è anche la difficoltà di comprensione della lingua italiana. Le donne che invece aderiscono si dichiarano molto soddisfatte. Quasi tutte le donne (91%) affermano che è molto più semplice e familiare fare prevenzione dei tumori in Italia piuttosto che in Albania per la presenza di programmi di screening attivi e gratuiti per la popolazione che permettono una più ampia accessibilità e una maggiore fiducia nel Servizio Sanitario Italiano.

I focus-group

Sia le donne che gli operatori coinvolti hanno individuato come fattori principali che possono ostacolare l’adesione agli screening le condizioni sociali (intese sia come condizioni sociali di provenienza, che condizioni di vita qui in Italia), l’anzianità di residenza e la cultura di origine rispetto al vissuto del corpo e della salute che sottintende tabù, paure e attitudini negative. Entrambi i gruppi hanno quindi sottolineato la necessità di promuovere una cultura della salute anche con il supporto dei mediatori culturali e la produzione di materiale informativo bilingue. Infine, è stata ritenuta importante anche la diffusione di informazioni rispetto all’attività di screening per le donne non residenti.

La campagna di sensibilizzazione

Sulla base dei risultati dei questionari e dei focus group è stata realizzata una campagna di sensibilizzazione alla prevenzione del tumore del collo dell’utero tramite un opuscolo informativo e una cartolina, entrambi bilingue (italiano-albanese). La distribuzione del materiale è avvenuta principalmente durante i momenti d’incontro della comunità albanese. L’immagine della campagna riprende i volti di donne albanesi di età tra i 30 e 60 anni in cui la popolazione femminile albanese è risultata rispecchiarsi. La brochure dà informazioni generali sulla prevenzione del tumore del collo dell’utero, sul Pap-test e risultati ed informazioni logistiche ed organizzative su come partecipare allo screening.

Il seminario

Il 21 ottobre 2011 è stato organizzato un seminario dal titolo "Immigrati e screening: nuove popolazioni, nuove sfide" che ha trattato le problematiche del tema dell’immigrazione, la salute e gli screening oncologici, con l’intervento di alcuni esperti nel campo (operatori di screening, mediatori, leader di comunità, ecc.) e presentato i risultati del progetto.