In Europa è ormai un dato di fatto come la popolazione sia sempre più esposta ad agenti ambientali fisici e chimici, alcuni dei quali potenzialmente dannosi per la salute; tra questi, i campi elettromagnetici (EM) sono tra i più diffusi e la loro applicazione nel campo dell’Information and Communication Technology (ICT), attraverso lo sviluppo e la commercializzazione di nuovi dispositivi, porta a un costante incremento dei medesimi.

Sebbene vi sia una certa preoccupazione tra la cittadinanza, così come tra i professionisti che si occupano di salute pubblica, riguardo ai possibili effetti sulla salute associati ai campi EM, ad oggi i risultati degli studi scientifici risultano ancora piuttosto inconsistenti.

Il progetto GERoNiMO (Generalized Electromagnetic Fields Research using Novel Methods - Ricerca generalizzata sui campi elettromagnetici attraverso nuovi metodi), avviato all’inizio del 2014, si prefigge l’obiettivo di fare luce sugli aspetti non sufficientemente indagati, mirando a ridurre l’esposizione ai campi EM sia attraverso politiche attive di contenimento degli stessi sia grazie a una maggiore sensibilizzazione dell’opinione pubblica e dei decision makers.

L’aspetto innovativo di GERoNiMO è l’approccio integrato al tema in questione, che prevede infatti la partecipazione di ricercatori di differenti discipline quali la biologia, l’ingegneria e la fisica, l’epidemiologia e la salute pubblica, la radioprotezione e la valutazione del rischio, nonché la comunicazione.

Nello specifico, gli obiettivi dell’iniziativa, di durata quinquennale, sono sintetizzabili come segue:

  • approfondire la comprensione dei meccanismi dei possibili effetti sulla salute dei campi EM;
  • stabilire con maggiore precisione i livelli di esposizione ai campi EM, presenti e futuri, in ambito europeo;
  • migliorare la valutazione del rischio per la salute dei campi EM;
  • rafforzare lo sviluppo di politiche volte a tutelare la salute dei cittadini europei e proporre mezzi non-tecnologici per ridurre l’esposizione ai campi EM.

Diciannove sono gli istituti di ricerca che partecipano a GERoNiMO con il coinvolgimento di ben tredici Paesi europei, tra cui l’Italia (Università degli Studi di Torino e Consiglio Nazionale delle Ricerche). Il coordinamento fa capo a Elisabeth Cardis, direttrice del Programma Radiazioni presso il Centro di Ricerca in Epidemiologia Ambientale (CREAL), un centro ISGlobal con sede a Barcellona.

In occasione dell’incontro di avvio del progetto, tenutosi al CREAL il 16 e il 17 gennaio 2014, Cardis ha dichiarato: “Ci troviamo a vivere in un mondo sempre più ‘intelligente’, dove i campi elettromagnetici sono impiegati nei nostri ambienti domestici (sistemi d’allarme, domotica...), commerciali, industriali (sorveglianza elettronica, etichettatura...) e personali (sorveglianza sanitaria). I vantaggi sono innegabili, ma è importante assicurarsi che siamo adeguatamente protetti contro ogni possibile effetto nocivo di queste esposizioni”.

Dunque il progetto si focalizza su una gamma di frequenze compresa tra pochi KHz (frequenze intermedie impiegate, per esempio, in apparecchi antifurto), le radiofrequenze e le microonde (utilizzate nell’ICT); attraverso approcci differenti, ma complementari, GERoNiMO investigherà i potenziali effetti delle esposizioni in termini di rischio per quanto riguarda i tumori, le malattie neurodegenerative o comportamentali, i disturbi riproduttivi e l’invecchiamento.

Secondo Michael Jennings, portavoce del Commissario Europeo per la Ricerca, l’Innovazione e la Scienza Máire Geoghegan-Quinn, “l’approccio integrato impiegato in GERoNiMO dovrebbe migliorare significativamente la forza, la coerenza, la credibilità e il coordinamento della ricerca europea nel settore dei campi elettromagnetici e della salute. Il progetto – aggiunge Jennings – dovrebbe ridurre la frammentazione della ricerca in questa area e migliorare l’incorporazione della valutazione del rischio basata su prove d’efficacia nello sviluppo di politiche e comunicazioni relative ai campi EM e alla salute”.

GERoNiMO fornirà supporto agli enti normativi europei e nazionali, sia migliorando l’affidabilità dei dati della ricerca sui possibili effetti delle esposizioni ai campi EM, sia offrendo raccomandazioni per le politiche di salute pubblica basate sul consenso di esperti appartenenti a diversi settori scientifici, contribuendo, inoltre, alla valutazione del rischio e alle attività di gestione e di comunicazione dell’UE, implementando quanto realizzato dalle precedenti reti finanziate dalla stessa (EMF-Net e EFHRAN).

 

Contatti
 

  • Referenti scientifici: Elisabeth Cardis e James Grellier
  • Comunicazione:
    • Gisela Sanmartin tel. (+34) 932147333 / 696912841
    • Raul Toran tel. (+34) 932271816
       

Partecipanti
 

  • CREAL, Spain
  • iMinds, Belgium, Wout Joseph
  • Aarhus University, Denmark, Jørn Olsen
  • Finnish Institute of Occupational Health, Finland, Maila Hietanen
  • University of Eastern Finland, Finland, Jukka Juutilainen
  • Association pour la recherche épidémiologique dans le cancer de l’enfant et de l’adolescent, France, Brigitte Lacour
  • Université Bordeaux 1, France, Isabelle Lagroye
  • Orange, France, Joe Wiart
  • Ludwig-Maximilians-Universitaet Muenchen, Germany, Tobias Weinmann
  • Gertner Institute for Epidemiology & Health Policy Research, Israel, Siegal Sadetzki
  • Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto di Elettronica e Ingegneria dell’Informazione e delle Telecomunicazioni IEIIT, Italy, Paolo Ravazzani
  • Università degli Studi di Torino, Italy, Franco Merletti
  • Utrecht University, Netherlands, Roel Vermeulen
  • Nasjonalt Folkehelseinstitutt, Norway, Jan Alexander e Per Magnus
  • Institute of Non-Ionising Radiation, Slovenia, Peter Gajšek
  • Foundation for Research on Information Technologies in Society, Switzerland, Myles Capstick
  • Swiss Tropical and Public Health Institute, Switzerland, Martin Röösli
  • Public Health England, United Kingdom, Zenon Sienkiewicz e Myron Maslanyj
  • Schneider Children’s Medical Center Israel, Israel, Leeka Kheifets
     

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