Quali sono i termini ricorrenti legati all’informazione sul COVID-19? Siamo sempre sicuri di conoscerne significati e differenze? Un glossario può contribuire a migliorare la comunicazione della malattia.

 

Autoisolamento domiciliare
Misura di cautela che impone la permanenza delle persone fisiche anche asintomatiche presso il proprio domicilio, abitazione o residenza per un periodo di tempo definito, allo scopo di contenere un’emergenza epidemiologica prevenendo la diffusione del contagio. Tale misura può essere disposta dall’autorità (ad es. per persone che provengano da zone ad alto rischio epidemiologico) o adottata su base volontaria in base ai propri movimenti e contatti (ad es. se si crede di essere a rischio).

Contact tracing
Attività di “rintraccio dei contatti” in ambito di sorveglianza sanitaria: in situazione di epidemia, nell’ambito sia di una strategia di contenimento sia di una strategia di mitigazione, è fondamentale identificare tutti gli individui che sono stati o possono essere stati a contatto con un caso confermato o probabile di COVID-19, focalizzando la ricerca degli stessi con particolare attenzione alle 48 ore precedenti l'insorgenza dei sintomi fino al momento della diagnosi e dell'isolamento del caso.

Contagio
Capacità con cui una malattia o un agente si trasmette per vie naturali (contatto diretto o indiretto) da un ospite eliminatore (sia esso sano o malato) a un ospite recettivo.

Dispositivo di protezione collettiva (DPC)
Qualsiasi dispositivo o impianto (ad es. impianti di ventilazione, aerazione, reti di sicurezza, parapetti provvisori oppure sistemi di isolamento acustico) atto a proteggere i lavoratori dai rischi presenti negli ambienti di lavoro.

Dispositivo di protezione individuale (DPI)
Qualsiasi attrezzatura destinata a essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo.

Droplet
Dall'inglese, letteralmente “gocciolina”. Emissione di secrezioni respiratorie e salivari in forma di goccioline, espulse quando si starnutisce o si tossisce e talvolta anche parlando, che rimangono sospese nell’aria con un raggio di ricaduta variabile e il potere di diffondere agenti patogeni.

Epidemia
La manifestazione frequente e localizzata, ma limitata nel tempo, di una malattia infettiva, con una trasmissione diffusa del virus. L’epidemia si verifica quando un soggetto ammalato contagia più di una persona e il numero dei casi di malattia aumenta rapidamente in breve tempo. L’infezione si diffonde, dunque, in una popolazione costituita da un numero sufficiente di soggetti suscettibili.

Focolaio epidemico
Si parla di focolaio epidemico quando una malattia infettiva provoca un aumento nel numero di casi rispetto a quanto atteso all’interno di una comunità o di una regione ben circoscritta.

Incidenza
L’incidenza considera il numero di nuovi eventi in una popolazione in un determinato periodo di tempo. Mentre la prevalenza descrive la proporzione di individui di una popolazione affetti da una malattia in uno specifico momento, l’incidenza descrive la velocità di spostamento dallo stato di salute allo stato di malattia.

Incubazione
Il periodo di incubazione rappresenta il tempo che intercorre fra il contagio e lo sviluppo dei sintomi clinici.

Letalità e mortalità
In medicina con il termine letalità ci si riferisce al numero di morti sul numero di malati di una certa malattia entro un tempo specificato. La letalità è una misura della gravità di una malattia e si usa in particolar modo per le malattie infettive acute. La mortalità, che spesso viene erroneamente confusa con la letalità, è concettualmente differente e porta a risultati molto diversi, in quanto mette a rapporto il numero di morti per una determinata malattia (o addirittura per tutte le cause) sul totale della popolazione media presente nello stesso periodo di osservazione.

Pandemia
La pandemia è la diffusione di un agente infettivo in più continenti o comunque in vaste aree del mondo. La fase pandemica è caratterizzata da una trasmissione alla maggior parte della popolazione. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità COVID-19 è una pandemia.

Prevalenza
La prevalenza è la proporzione della popolazione affetta dalla malattia in esame in uno specifico momento del tempo, indica pertanto un’immagine fotografica della popolazione al momento del rilievo.

Quarantena
È un periodo di isolamento e di osservazione di durata variabile che viene richiesta per persone che potrebbero portare con sé germi responsabili di malattie infettive. L’origine del termine quarantena si riferisce alla durata originaria di quaranta giorni, che in passato si applicava rigorosamente soprattutto a chi proveniva dal mare. Oggi, il tempo indicato per la quarantena varia a seconda delle varie malattie infettive, in particolare relativamente al periodo di incubazione identificato per la specifica malattia infettiva.

R0
Il cosiddetto R0 (“erre con zero”), ovvero il numero di riproduzione di base, rappresenta il numero medio di infezioni secondarie prodotte da ciascun individuo infetto in una popolazione completamente suscettibile cioè mai venuta a contatto con il nuovo patogeno. Questo parametro misura la potenziale trasmissibilità di una malattia infettiva. In altre parole se l'R0 di una malattia infettiva è 2, significa che in media un singolo malato infetterà altre due persone. Quanto maggiore è il valore di R0 tanto più elevato è il rischio di diffusione dell’epidemia. Se invece il valore di R0 è inferiore a 1, l’epidemia tenderà ad autocontenersi.

RDt
Indice di replicazione diagnostica a lag differenti. Questo indice permette di conoscere la percentuale di diagnosi di positività che vengono notificate dopo un certo intervallo di tempo (lag) dalle precedenti diagnosi già notificate.

Rt
Il numero di riproduzione netto (Rt) calcolato nell'unità di tempo. Rt permette per esempio di monitorare l’efficacia degli interventi nel corso di un’epidemia.

Sensibilità e specificità
La sensibilità e la specificità sono due criteri utilizzati per valutare la capacità che ha un test diagnostico o di screening di individuare correttamente coloro che hanno la malattia ricercata e coloro che invece ne sono privi. La sensibilità di un test è la sua capacità di identificare correttamente gli individui malati. In termini di probabilità, la sensibilità è la probabilità che un malato vero risulti positivo al test, e quindi viene indicata come la proporzione di veri malati che risultano positivi al test. Che un test abbia un’alta sensibilità non è però sufficiente: un buon test deve anche identificare come positivi soltanto quelli che hanno la malattia; è necessario, cioè, che fra i test risultati positivi siano inclusi il minor numero possibile di coloro che non hanno la malattia (falsi positivi). Da questa osservazione deriva il concetto di specificità. La specificità di un test è la sua capacità di identificare correttamente i soggetti che non hanno la malattia. In termini di probabilità, la specificità è la probabilità che un individuo veramente senza la malattia risulti negativo al test, quindi è la proporzione di persone con la malattia che risultano negativi al test.

Soggetto asintomatico
È un soggetto che, nonostante sia affetto da una malattia, non presenta alcun sintomo apparente. Una malattia può rimanere asintomatica per periodi brevi o lunghi; alcune malattie possono rimanere asintomatiche per sempre. La presenza di pazienti asintomatici affetti da coronavirus sembra possibile anche nel caso del SARS-CoV-2, tuttavia, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, le persone sintomatiche sono attualmente la causa più frequente di diffusione del virus.

Tampone orofaringeo (OF)
Test che permette di analizzare la mucosa della faringe al fine di individuare l'eventuale presenza di microorganismi patogeni, tipicamente batteri, ma all'occorrenza anche virus e miceti. Consiste nell’introdurre all’interno della bocca un bastoncino rivestito di cotone, da cui si asporta del materiale dalla superficie della mucosa tonsillare che viene poi inseminato su materiale di coltura.

Test sierologico
I test sierologici per il Covid-19 servono a individuare tutte quelle persone che sono entrate in contatto con il virus. Gli anticorpi che si cercano sono di due tipi, le immunoglobuline IgM e IgG. Le prime generalmente vengono prodotte nella fase iniziale della malattia e poi il loro valore tende a scendere. Quindi se si trovano nel sangue vuol dire che l’infezione è appena passata e il virus potrebbe ancora essere presente nell’organismo. Le IgG, invece, si sviluppano all’incirca tra i 9 e gli 11 giorni dopo il contagio, e quindi, nella maggior parte dei casi, se vengono rilevate significa che l’infezione si è verificata già da diverso tempo e la persona tendenzialmente è immune al virus. Il test sierologico è utile poiché consente di individuare anche le persone che hanno avuto sintomi blandi o addirittura sono asintomatiche.

 

(fonti: Istituto Superiore di Sanità, ASL VC, Università del Piemonte Orientale, Epidemiologia & Prevenzione, Centro Regionale di Documentazione per la Promozione della Salute, Provincia Autonoma di Bolzano Alto Adige)