“A cosa serve curare le persone per poi lasciarle nelle condizioni che le hanno fatte ammalare?” L'interrogativo, semplice ma tutt'altro che banale, lo ha posto Michael Marmot in apertura del convegno “L’Italia per l’equità nella salute”, svoltosi a Roma il 1° dicembre presso l’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e il contrasto delle malattie della povertà (INMP).

In tale occasione è stato presentato il rapporto "L'Italia per l'equità nella salute", frutto della collaborazione fra INMP, Agenzia nazionale per i servizi sanitari nazionali (AGENAS), Istituto Superiore di Sanità (ISS), Agenzia italiana del farmaco (AIFA).

Il documento presenta i principali dati sulle disuguaglianze di salute in Italia, facendo il punto sui diversi fattori che determinano gli svantaggi di salute causati dalle condizione sociali, culturali ed economiche, alle quali si aggiunge lo storico divario tra settentrione e meridione. Sotto la lente vengono posti  gli stili di vita, la sicurezza, i rischi ambientali e sul lavoro, il disagio psicosociale e l'accesso alle cure.

Non si tratta, tuttavia, di un rapporto conclusivo. “L’Italia per l’equità nella salute” intende farsi piattaforma condivisa dalla quale partire per un dibattito aperto ai decisori politici e agli stakeholder impegnati nel contrasto delle disuguaglianze di salute oltre che ai rappresentanti delle parti sociali e della società civile.


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