La recente riunione svoltasi presso l’assessorato regionale alla Sanità del Comitato strategico amianto ha segnato l’avvio di una nuova iniziativa di ricerca dedicata allo studio del mesotelioma.

Presenti all’incontro l’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta, l’assessore regionale all’Ambiente Alberto Valmaggia, il direttore dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria Giovanna Baraldi, il direttore dell’Azienda Sanitaria Locale (ASL) di Alessandria Gilberto Gentili, il responsabile del Centro sanitario amianto del Piemonte Massimo D’Angelo, il sindaco di Casale Concetta Palazzetti in qualità di presidente, i rappresentanti delle associazioni delle vittime dell’amianto, dell’ARPA e dei sindacati.

Il progetto, voluto dall’Associazione famigliari vittime amianto e che può contare su un finanziamento di 3,8 milioni di euro, sarà gestito dall’Azienda Ospedaliera di Alessandria come capofila e vedrà il coinvolgimento dell’Università degli Studi di Torino e, in particolare, del dipartimento di Oncologia di cui fanno parte gli Istituti di ricerca del San Luigi di Orbassano, di Candiolo e delle Molinette.

L’Università di Torino affiancherà le istituzioni già coinvolte, l’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, l’Istituto scientifico romagnolo per la studio e la cura dei tumori, il dipartimento di Medicina traslazionale e il dipartimento di Scienze della salute dell’Università del Piemonte Orientale.

L’attività svolta nell’ambito di questo nuovo progetto sarà dunque di ampio respiro, ma continuerà ad avere come riferimento l’Azienda Ospedaliera e i presidi di Casale e Alessandria attraverso l'Unità Funzionale Interaziendale Mesotelioma (UFIM), che sarà rafforzata per garantirne l’operatività nel tempo.

L’UFIM, istituita nel 2012, opera trasversalmente in modalità multidisciplnare presso gli ospedali di Casale e Alessandria, coordinando e integrando le competenze dei diversi specialisti coinvolti nel percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale (PDTA). L'obiettivo è quello di offrire ai pazienti una presa in carico globale quindi anche dal punto di vista assistenziale e psicologico, sin dal momento del sospetto diagnostico e in tutte le fasi della malattia.

Assicurare ai pazienti i migliori trattamenti per la gestione di questa patologia non può prescindere dal garantire la possibilità di accesso a protocolli di cura sperimentale nazionali e internazionali; pertanto UFIM rappresenta lo strumento unitario attraverso il quale svolgere ricerca clinica in tale ambito con l’obiettivo di migliorare la conoscenza della patologia e valutare la sicurezza e l’efficacia di nuovi farmaci.

UFIM si propone, inoltre, di fornire a pazienti e famigliari un’informazione esaustiva e aggiornata sulla malattia, sullo stato dell’arte delle cure e della ricerca, ma anche sui diritti del malato tramite un sito web dedicato: MAIDASOLI.