Gli albori dell'Epidemiologia torinese

Franco Mollo, Mario Governa ed io fummo tra i primi studenti di Medicina di Torino a laurearsi, nei primi anni Cinquanta, con Giacomo Mottura. Poco dopo la laurea, tutti e tre diventammo assistenti alla cattedra di Anatomia Patologica nell’edificio di via Santena dove ora si trova una parte del CPO Piemonte.

Successivamente, Franco Mollo (1929-2009) divenne professore di Anatomia Patologica all’Università degli Studi di Torino (fu il primo direttore del Centro di Microscopia Elettronica), mentre Mario Governa (1930-2021) evolse verso la Medicina del Lavoro, che insegnò all’Università Politecnica della Marche (della quale fu anche prorettore).  

Giacomo Mottura era persona di profonda cultura umanistica con ideali di giustizia sociale che applicò allo studio delle malattie polmonari da inalazione di polveri (silice cristallina, asbesto e altre). Mario e Franco (e molti altri) da Mottura appresero il principio che l’attenzione per le malattie (professionali e non) non deve esaurirsi nella loro attribuzione nelle usuali categorie della patologia e ai meccanismi patogenetici, bensì estendersi alle circostanze (logistiche, storiche, sociali, politiche) che hanno determinato l’esposizione ai fattori di rischio (lo aveva proposto anche Rudolf Virchow un secolo e mezzo fa).  

La conduzione di studi a quattro mani tra Franco e Mario iniziò subito dopo la laurea, nel 1956, quando iniziarono i progetti multinazionali della Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio sulle malattie professionali. I due furono pionieri dello studio degli effetti delle polveri sulle cellule in vitro (8 lavori su Medline). Per questo, in Istituto, crearono il laboratorio di colture in vitro: a quei tempi, una innovazione nel mondo dell’Anatomia Patologica italiana. 

Molta della successiva produzione scientifica di Mario Governa si basò su studi in vitro, ai quali collaborò la moglie, Isabella Visonà. Un altro argomento che tenne uniti - a distanza - Franco e Mario fu quello dei marcatori polmonari di pregressa esposizione ad amianto.

Per “Mollo e amianto” e “Governa e amianto” Medline fornisce rispettivamente 38 e 23 citazioni. I corrispondenti numeri per “silica” sono 39 e 38.

La riforma sanitaria del 1978 segnò una svolta nella vita professionale di molti di noi, con la creazione dei Servizi per la Salute negli Ambienti di Lavoro come parte del Servizio Sanitario Nazionale. Franco a Torino e Mario ad Ancona percepirono in pieno la propria responsabilità come accademici e le opportunità offerte dalla confluenza di obiettivi e metodi di prevenzione con i nuovi servizi territoriali per la salute dei lavoratori.  A Torino, da qualche anno, Franco contribuiva alla strategia del movimento dei lavoratori - a partire da Mirafiori - basata sulla “non delega” della gestione della salute.

Pur non epidemiologi, entrambi contribuirono allo sviluppo dell’Epidemiologia in Italia. All’inizio degli anni Ottanta, a seguito di un apparente eccesso di morti per tumore, Mario Governa mi propose di condurre uno studio retrospettivo sulla coorte di lavoratori della Officina Grandi Riparazioni delle Ferrovie dello Stato di Foligno. Fu una delle prime esperienze di Epidemiologia occupazionale nel nostro Paese e venne posta in opera con strumenti poco più che artigianali da un giovane Corrado Magnani. Segnò anche l’inizio di una collaborazione e amicizia tra i giovani epidemiologi torinesi e i loro coetanei marchigiani operatori dei servizi.

Il coinvolgimento nell’Epidemiologia di Franco Mollo fu più organico, favorito da una Salute pubblica piemontese e torinese che incoraggiava interventi e studi per la prevenzione, dal cameratismo creato dalla convivenza nello stesso edificio degli (allora) giovani anatomopatologi con i “ragazzi” (allora) dell’allora Servizio di Epidemiologia dei Tumori dell’Ente Convenzionato Università - Azienda Ospedaliera (oggi CPO Piemonte), e dalla sua amicizia e comunanza di interessi scientifici e culturali con Giovanni Scansetti e con Renzo Tomatis.

Come Mottura, Franco era convinto dell’utilità per la salute pubblica della pratica sistematica dell’autopsia. Insieme ai suoi collaboratori contribuì alla Scientific Publication dello IARC n. 112 “Autopsy in Epidemiology and Medical Research” (1991) con una rassegna sugli indicatori morfologici di pregressa esposizione ad amianto.  

Ma molta altra produzione scientifica di Franco Mollo guarda alla salute pubblica: i danni da fumo di tabacco, la rappresentatività rispetto alla popolazione generale dei deceduti  sottoposti ad autopsia, la riproducibilità delle diagnosi di mesotelioma (essenziale per l’affidabilità del registro mesoteliomi), i reperti autoptici nelle morti improvvise, il significato delle cosiddette lesioni precancerose.  

Da tempo malato di SLA e poco prima di morire, Mollo contribuì a una rassegna a diciotto mani volta a dimostrare la fragilità dell’ipotesi di un ruolo preponderante della “suscettibilità individuale” nell’origine dei mesoteliomi (spesso sostenuta in tribunale dai consulenti della difesa nei processi sulle morti dei lavoratori da amianto).

Queste mie note intendono motivare la decisione di alcuni seniores piemontesi dell’Epidemiologia e dell’Anatomia Patologica di lanciare un fundraising per una borsa di studio intitolata a Franco Mollo e ai coniugi Governa per il ciclo 2025-2026 del Master di Epidemiologia dell’Università degli Studi di Torino per un/una giovane interessato/a ai temi della medicina del lavoro, dell'epidemiologia occupazionale e ambientale, della patologia geografica e dell'anatomia patologica o comunque pertinenti alla salute pubblica; a parità di valutazione sarà data priorità a progetti che coinvolgano istituzioni della Regione Piemonte e della Regione Marche.
 

Benedetto Terracini

 

[La foto in home page è stata scattata a Torino, nel 1956 circa, all'ingresso dell'Istituto di Anatomia Patologica. Vi compaiono: Aldo Olivieri, Piero Gullino, Pier Mario Cappa, Giacomo Mottura, Mario Governa, Federico Levis, Aldo Stramignoni, Benedetto Terracini, Pier Carlo Biressi. Franco Mollo è assente poiché allora impegnato nel servizio militare]