Progetto START
Responsabile:
Giovannino Ciccone
Lo scopo del progetto è di fornire un'adeguata informazione ai pazienti con diagnosi di tumore localizzato della prostata a basso rischio per facilitare la scelta del percorso terapeutico, tra Sorveglianza Attiva e trattamenti radicali, valutandone e confrontandone gli esiti.
Il carcinoma della prostata è diventato il tumore maschile a più alta incidenza in molti Paesi occidentali, ma un’elevata proporzione di tumori diagnosticati con il PSA come test di screening è costituita da forme localizzate a basso rischio di progressione. Per questi tumori uno stretto monitoraggio, la cosiddetta Sorveglianza Attiva (SA), potrebbe consentire di evitare, o ritardare, la necessità di interventi radicali associati a notevoli rischi di complicanze.
Il progetto “Sorveglianza attiva o trattamento radicale alla diagnosi per tumore della prostata a basso rischio” (START), avviato nel 2015, ha come obiettivo di sanità pubblica quello di favorire una diffusione controllata della SA in Piemonte e in Valle d’Aosta per ridurre l’effetto del sovra-trattamento e come obiettivo di ricerca una valutazione comparata tra i pazienti che scelgono la SA o un trattamento radicale (prostatectomia o radioterapia) in termini di qualità di vita e di costi. Si prevede, inoltre, il coinvolgimento di tutte le strutture regionali di urologia e radioterapia.
START è uno studio di coorte osservazionale, prospettico, su base di popolazione, di pazienti arruolati alla diagnosi di tumore localizzato della prostata a basso rischio che vengono adeguatamente informati sulle opzioni terapeutiche disponibili e aiutati a compiere una scelta consapevole che tenga anche conto il più possibile delle loro preferenze.
Indipendentemente dal percorso terapeutico, i pazienti vengono seguiti con un follow-up prestabilito. Sono raccolte informazioni alla diagnosi e durante il follow-up. Sono previsti confronti interni allo studio (tra coorti definite in base al trattamento scelto) e confronti del solo gruppo SA con analoghe esperienze di SA documentate in letteratura. Inoltre, sono analizzate le caratteristiche del paziente e dello specialista associate alla scelta della SA.
I principali endpoint valutati e i risultati attesi saranno la percentuale di pazienti che restano in SA a due anni dalla diagnosi, l’incidenza cumulativa di progressioni biochimiche nei pazienti in SA, la qualità di vita nel corso del follow-up, i costi sanitari durante i primi anni dalla diagnosi.
I primi risultati dello studio sono stati sottoposti a pubblicazione su rivista scientifica.