Effetti del cambiamento climatico sulla trasmissione di malattie infettive

Manager:
Giovenale Moirano 

La relazione tra eventi meteorologici e climatici e malattie infettive trasmesse da vettori biologici rappresenta il principale campo di indagine dello studio che si concentra, in particolare, sull’infezione da Virus West Nile e la Leishmaniosi Viscerale.


Tra gli obiettivi ulteriori del progetto, una speciale attenzione viene dedicata allo studio della distribuzione spazio-temporale dei casi umani di malattia in relazione a fattori climatici e ambientali.

I casi di malattia vengono ottenuti dai sistemi di sorveglianza a livello sia regionale sia nazionale, mentre informazioni climatiche e meteorologiche (temperatura e precipitazioni) sono ottenute in seguito ad analisi di dati registrati da centraline meteorologiche al suolo o da database a elevata definizione spazio-temporali accessibili tramite servizi online.

I disegni di studio che vengono applicati sono studi di epidemiologia spaziale e ambientale. Per studiare la relazione temporale a breve termine tra fattori meteorologici e incidenza della malattia si applicano studi case-crossover o di time series, mentre per valutare la relazione tra fattori climatici nel lungo periodo si ricorre a studi ecologici su base spazio-temporale.

Sono stati condotti studi epidemiologici per studiare la trasmissione del Virus West Nile in Italia, un patogeno trasmesso da un vettore biologico (Zanzare del genere Culex): 
 

  • studio descrittivo per identificare il pattern spazio-temporale della trasmissione da Virus West Nile in Italia identificando 4 cluster spazio-temporali: il più importante cluster è stato identificato nelle provincie italiane che si trovano nel bacino del fiume Po, suggerendo che queste aree presentino delle condizioni climatiche e ambientali idonee per la trasmissione del Virus.
  • studio case-crossover per valutare l’associazione a breve termine tra parametri meteo-climatici e l’incidenza di infezioni da Virus West Nile in Pianura Padana: è stata osservata un’associazione tra la temperatura atmosferica e l’incidenza di infezione nelle 5 settimane successive;
  • studio epidemiologico della distribuzione spaziale dei casi umani di Leishmaniosi Viscerale. Lo studio ha valutato le aree a rischio di trasmissione della Leishmaniosi viscerale in Piemonte, integrando dati meteorologici, ambientali, entomologici ed epidemiologici. E' stato osservato che alcune aree del Piemonte (Basso Piemonte Astigiano e Alessandrino) sono caratterizzate da una trasmissione attiva della Leishmaniosi Viscerale presentando condizioni ambientali idonee allo sviluppo del flebotomo vettore e riscontrando sia casi di leishmaniosi caninca che leishmaniosi viscerale umana.

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